Archive for marzo, 2012

Cambiare il mondo

Pubblicato il: 29/3/2012 da Amici del Peru No Comments

Vivere lontani dal proprio paese per tanto tempo fa curiosamente risaltare pregi e contraddizioni del luogo dove abbiamo vissuto gran parte della nostra vita. Questo è proprio quello che mi succede vivendo in Perù.

La lontananza mi fa vedere le cose come dall’alto, un po’ distaccato, ma sempre emotivamente partecipe di quello che succede. Anche i ricordi, il passato, le persone, le esperienze vengono come filtrate da un setaccio che non fa passare però ciò che veramente è stato ed è importante.

Quello che per me ad oggi è veramente importante è l’amicizia, quell’amicizia che in Perù come in Italia è condivisione di ideali,di speranze, quell’uscire da se stessi per andare incontro all’altro,  anche il più lontano. La ricchezza che accompagna mia moglie e me in questa esperienza è proprio il fatto di pensare che tanti amici partecipano con noi e sono vicino al popolo peruviano. Un impegno comune in Italia come in Perù che va oltre al gesto concreto per diventare aspirazione e speranza elevandosi a spiritualità vera.

Siamo fortunati ad avere tanti amici, soprattutto dell’Associazione, che sempre sentiamo vicini e partecipi del cambiamento concreto della vita di tante persone lontane che nemmeno conoscono. Partecipare insieme, dare il proprio tempo, quando di tempo c’è n’è sempre meno, mettere insieme idee,entusiasmo, professionalità, al servizio degli altri. Conoscere personalmente il lavoro che stiamo facendo in Perù, vivere l’esperienza dell’esserci, donarsi.

A volte ripenso alle amicizie dell’adolescenza, della giovinezza, quando pensavamo davvero di poter fare qualsiasi cosa per sè e gli altri come cambiare il mondo. Oggi, senza quell’incoscienza, penso le stesse cose, certo con più umiltà, sapendo di poter giocare la propria vita per quello in cui si crede veramente.

Martin Luther King diceva che ci sono delle persone che pensano di poter cambiare il mondo. Alla fine sono proprio quelle persone a cambiarlo per davvero.

Francesco Caneva

Diario di viaggio

Pubblicato il: 20/3/2012 da Amici del Peru No Comments

Eccomi qui, cari amici, ormai tornata alla vita italiana da due mesi, per raccontarvi della mia esperienza peruviana.

Mi sembra sia passato un sacco di tempo eppure i ricordi affiorano alla memoria uno dopo l’altro come se fossi ancora là

Eh bè.. per dirla tutta.. io mi sento ancora là, c’ho lasciato un bel pezzetto di cuore.

Mi piace raccontarvi del “mio Perù” come un paese dal fascino “Colorato”, perché il ricordo dei colori è veramente immediato e intenso. A partire dal cielo azzurro, così vicino alle nostre teste che sembrava di toccarlo. E le nuvole a forma di panna montata pronta per infilarci il dito. Poi le stoffe, i vestiti, l’artigianato dai colori accesi.. giallo, rosso, fucsia, blu..

Per non parlare del ricordo dei paesaggi andini, immensi e selvaggi..dove un uomo libero si sente veramente Libero In questi luoghi il silenzio regna sovrano, è una musica per le nostre orecchie non abituate.

Quando mi sono trovata per la prima volta a 4000m, con il cielo e le nuvole proprio sopra la mia testa, di fronte a me non c’era nulla se non la natura spettacolare .. in quel momento ho assaporato veramente la pace dentro e fuori di me.

E’ stato un viaggio ricco d’incontri, di storie e di storia. Un paese magico, dove ancora nelle comunità andine si parla Quechua e dove ancora vivono antiche usanze, dove si masticano foglie di coca e si sta insieme bevendo un bicchiere di Inca cola. Ho conosciuto persone umili, riservate ma al tempo stesso accoglienti. Tanti volti mi tornano alla mente..Bambini con le guance bruciate dal sole e dal freddo, donne e uomini segnati dalle fatiche dei lavori nei campi o in miniera. Ricordo gli occhi profondi della gente, di chi, forse, si sente abbandonato o lasciato al proprio destino. Chi può dirlo..

Posso però dire che porterò il ricordo di questo viaggio sempre con me e spero di trasmettere a tutti voi quanto è stato importante per me.

Cari amici concludo approfittando di questa occasione per ringraziare di cuore i miei amici Francesco, Claudia, Emanuele e Pisco per il calore e l’ospitalità con la quale mi hanno accolto. E i miei compagni Amici del Perù perché per me sono diventati una seconda famiglia.

Consuelo Bertolozzi

Adotta un posto a tavola

Pubblicato il: 19/3/2012 da Amici del Peru No Comments

Da oggi, con la riapertura della mensa popolare “Virgen de la Natividad” di Livitaca, l’Associazione ha preso in gestione la suddetta mensa che era amministrata dalla parrocchia locale.

Ci siamo presi carico di rinnovare la cucina, abbiamo costruito una legnaia nuova a prova di pioggia, e’ stato migliorato l’impianto idraulico e sono state acquistati tavoli e panche per la sala mensa. Il menu e’ stato aggiornato per fornire un apporto alimentare diversificato durante i giorni della settimana; abbiamo optato per un menu che includa tutte gli elementi nutritivi necessari ad una buona crescita e tutti quegli alimenti non sempre reperibili nelle zone rurali come quella dove stiamo operando.

I lavori di miglioria non sono terminati e proseguiranno durante l’anno anche grazie alle vostre donazioni attraverso il progetto “Adotta un posto a tavola”.

La mensa verra utilizzata anche per le attivita’ educative, ricreative e i corsi di lingua inglese.

 

 

 

 

L’ideologia

Pubblicato il: 18/3/2012 da Amici del Peru No Comments

foro tramonto

Tutto quello che siamo riusciti a costruire in questi anni è dovuto certamente al nostro impegno e alle nostre iniziative, ma soprattutto alla solidarietà di tante persone e istituzioni sensibili a tali e tanti problemi che sembrano così lontani da noi. Dare è uscire un po’ da noi stessi per andare incontro all’altro, per partecipare alle difficoltà delle persone meno fortunate. Questo certo non è tutto e non possiamo racchiudere il concetto di solidarietà nel solo dare, infatti, l’essere solidali, è un atteggiamento della vita che dilata in vastità e profondità l’esistenza dell’uomo, la arricchisce, ci offre al mondo e agli uomini. La solidarietà in se avrebbe poco senso se non fosse alimentata dalla speranza. Se noi non avessimo fiducia che quello che facciamo non porterà ad alcun cambiamento, se non avessimo la speranza in questa parte del mondo, come potremmo averne per il Perù, dove i problemi sono molto più grandi che da noi!

Tutte le volte che qualcuno della nostra associazione si reca in Perù per la prima volta, rimane colpito dalla miseria che affligge questo paese, come del resto tutta l’America Latina e gran parte del mondo. Denutrizione cronica, malattie, problemi sociali, bambini abbandonati, questi e molti altri ancora sono i problemi che ci scuotono dentro. Nasce da qui una necessità intima di fare qualcosa, quindi ci si rimbocca le maniche, si valuta e si progetta ciò che è più utile alla comunità, coinvolgendo le persone e le istituzioni del posto, a seconda delle risorse disponibili. Fare insieme, costruire insieme al nostro prossimo, ecco come essere più vicini all’altro.
Vivendo quotidianamente la realtà del Perù ci si rende conto di quanto sia lontano il nostro modo di vivere, di pensare, di rapportarsi con le persone. Qui è tutto diverso. Ci si deve cambiare per entrare in una relazione più profonda, non basta dare o fare, bisogna lasciarsi coinvolgere. Si corre altrimenti il rischio di rimanere su di un piedistallo con la mano tesa verso il basso, con un atteggiamento di chi commisera dall’alto e sa di essere quello che possiede e che dona. Non si deve tendere la mano dall’alto, ma bisogna prenderci per mano e calarci nella loro realtà, rispettando la loro cultura e cercando nella diversità la ricchezza. Questo è il modo di costruire insieme.

La nostra esperienza ci ha fatto capire che non si deve valutare il nostro impegno solo da quante mense e dispensari si riesce a costruire e a tenere in esercizio. Il nostro riferimento quindi non deve essere quanto si riesce a dare e a fare, ma quanto si riesce ad essere e a condividere.
Condividere è una delle parole chiave della nostra esperienza. Il nostro impegno è rivolto alle popolazioni più povere delle Ande peruviane e il vero incontro si ha quando si condivide, ma non tanto ciò che abbiamo con noi, ma ciò che hanno loro: l’atteggiamento di umiltà e di servizio ci porta all’incontro con queste persone, quindi il modo di legare con loro un rapporto di solidarietà è vivere come loro, mangiare con loro, viaggiare con loro, farsi come loro. Bisogna cogliere e sentire la loro fierezza, la loro dignità, la loro ospitalità, non solo quindi i problemi cronici di questo popolo e i modi con cui affrontarli.
La solidarietà deve essere un atteggiamento di vita che in questi paesi richiede un coinvolgimento totale della persona e che si deve manifestare tramite il dare, il fare, il donarsi, l’essere, il condividere, il servire.

Nell’esperienza di questi anni ci siamo posti una serie di domande che si possono riassumere nel chiedersi: perché tutto questo? Come possiamo cambiarlo? Da lontano sembra che le situazioni si creino per fatalità, però guardando meglio si capisce che non è proprio così: certo è che la regione inka non è molto fertile e le vie di comunicazione sono difficili da praticare e di per se isolate a causa dell’altitudine, ma non possono essere solo queste le risposte. Ci sono molte situazioni create dall’uomo che affliggono questo popolo come la disgregazione sociale, l’abbandono dei bambini, lo sfruttamento delle multinazionali, la situazione della donna, il lavoro minorile, la corruzione, la fame. Ogni giorno alle porte del gruppo Agape a Cuzco bussano decine di persone per chiedere aiuto: chi è ammalato, chi ha subito un’ingiustizia, chi è stato derubato. Spesso non possiamo far niente per questa gente se non accoglierla. Infatti, in un paese come questo, è già qualcosa di importante per un povero sentirsi ascoltato. Milioni di persone non contano niente e non sanno che pure loro hanno dei diritti. Dobbiamo farci carico di questa gente, porci in un ascolto attento e quindi gridare le ingiustizie e farsi voce anche per chi non ne ha.
Questa è la vera povertà, l’uomo che rende povero un altro uomo. La fame è una conseguenza, come le malattie e la denutrizione, le donne violentate e abbandonate, l’assenza dei diritti, i bambini sfruttati quattordici ore il giorno per lavorare in condizioni estreme a cinquemila metri di altitudine.

Questa è la vera sfida alla quale dobbiamo trovare una risposta. Quale speranza si può opporre a tutto questo? L’unica risposta che sappiamo dare è riposta nell’ideale che ci spinge ad impegnarci per costruire un mondo più giusto. Dobbiamo imparare a guardare le piccole cose in un contesto più ampio e universale, non fermarci ai risultati immediati, ma essere dei seminatori di speranza attraverso la solidarietà. Si deve essere testimoni con la nostra vita di ciò in cui crediamo, cioè l’uomo nuovo, l’uomo delle beatitudini. Già sono state troppe le rivoluzioni con le armi che annientano l’uomo senza liberarlo, c’è bisogno di un’altra strada, cioè la rivoluzione del cuore, che è molto più lenta, ma è liberante. La solidarietà è la strada che porta alla pace, la pace è figlia della solidarietà, così come la solidarietà è figlia della speranza, che per noi nasce dall’uomo nuovo Gesù Cristo e il Vangelo.

Riccarda

Presentazione della Collana Ponte di Parole

Pubblicato il: 16/3/2012 da Amici del Peru No Comments

MERCOLEDI’ 21, ore 18:  Presentazione del progetto che vuole dare un’opportunità, “Un Ponte di Parole”, raccolta di racconti e poesie di vari autori , come un simbolico ponte che , attraverso la ricchezza della comunicazione si può gettare tra le due sponde dell’Oceano ( Italia- Brasile, Perù) per offrire a dei ragazzini opportunità  che noi abbiamo e a loro sono negate.

Per l’occasione saranno presenti Don Mario Visibelli, ideatore del progetto e alcuni autori che leggeranno qualche estratto.

Un lavoro per un futuro diverso

Pubblicato il: 10/3/2012 da Amici del Peru No Comments

Dal mese di marzo 2012 l’associazione Amici del Perù ha iniziato un nuovo progetto. Un corso di formazione professionale per fornai che si tiene nel forno parrocchiale a Livitaca, dove partecipano 8 fra giovani e adulti. Il corso teorico-pratico è gratuito ed è tenuto da due giovani maestri fornai, Luis e Isidro.

Alla fine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione e i partecipanti piu meritevoli patranno partecipare a corsi di un livello superiore che si terrà nella città di Cusco. Questa è una opportunità importante per imparare una professione in un luogo rurale e povero, dove la possibilità di un lavoro è legata prevalentamente all’agricoltura.