Eravamo andati a dar messa a CCacho, una comunità che dista 20 km da Chamaca, nel distretto di Chumbivilcas, il distretto più povero del Cuzco. Quel giorno c’erano i tecnici a montare i fili della luce..quel giorno arrivava l’elettricità.
La cappella era buia e la illuminammo con le candele, non c’erano panche di legno nè gradini di marmo…solo terra e un piccolo altare che abbiamo improvvisato con un tavolo e una manta.
Durante la messa sono uscita un momento fuori e c’era un bambino seduto accanto alla porta d’ingresso, stava succhiando con gusto il filtro di una sigaretta spenta.Inorridita gli ho detto quello che sempre si dice ai bambini in queste occasioni: “sputa, è cacca!!” e per convincerlo gli ho allungato un chewingum alla menta. Ha accettato lo scambio e mi ha dato il filtro.
La cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è che dopo un paio di secondi che masticava ha fatto una faccia disgustatissima e ha sputato quella cosa molliccia dal sapore sconosciuto che proprio non gli piaceva.
Questo piccolo racconto per condividere con voi una riflessione: non possiamo pensare che il mondo la pensi come noi e accostarci al prossimo con la convinzione che ciò che piace a noi possa piacere a tutti, piacere nel senso lato del termine, da un chewingum a un’ideologia, da un paio di scarpe a una religione.
Il viaggio ti insegna questo, ad accostarti agli altri con cuore libero e orecchi e occhi aperti alla comprensione, senza umiltà non si può cambiare il mondo.